Negli ultimi anni lo studio del patrimonio musicale frentano ha visto un forte incremento dovuto alla conclusione di progetti precedenti e alle ricorrenze che hanno accelerato le scadenze e quindi l’impegno degli studiosi. Basti ricordare il centenario della morte di Masciangelo (1906 – 2006).
Questi risultati hanno costituito la premessa di ulteriori e condivisi progetti di cui cominciamo a vedere i risultati. Infatti, da diverso tempo il Centro di Documentazione e Ricerche Musicali “Francesco Masciangelo” mette a disposizione dei singoli e delle associazioni tutta la documentazione musicale del compositore di Lanciano a partire ovviamente dai Miserere tradizionali. Dopo anni, finalmente, il lavoro dei musicisti può ripartire dagli originali manoscritti, quasi completamente conservati e di cui si era persa traccia. Brani che, è bene chiarirlo, presentano in più punti delle differenze evidenti con la musica che solitamente i lancianesi e gli ortonesi ascoltano il Venerdì Santo. Infatti questi sono i testi autentici, mentre altri sono i testi che la tradizione aveva tramandato attraverso la memoria e le rielaborazioni dei numerosi maestri che si sono succeduti dopo la morte di Masciangelo. E non è detto che gli originali piacciano più delle copie in quanto le abitudini di ascolto si radicano e si traducono in “tradizione”.
Ma l’idea di riprendere in mano la documentazione originale per riproporla di nuovo era troppo forte per lasciar cadere ancora la cosa.
Vogliamo solo ricordare che la vicenda dei Miserere è molto intricata e che ciascun brano è stato composto in anni e situazioni diverse e che poi, per così dire, la tradizione ha ricomposto in un’opera unitaria.
Tradizionalmente il Miserere per soli, coro ed orchestra nasce dalla rielaborazione di dieci versetti del Salmo 50 di Davide che danno luogo ai titoli dei brani (Miserere, Amplius, Tibi Soli, Ecce Enim, Auditui Meo, Cor Mundum, Redde Mihi, Libera, Quoniam, Benigne) che possiamo considerare quasi come i movimenti di una sinfonia. Non sempre però Masciangelo scriveva integralmente i Miserere limitandosi a comporre, anno dopo anno, uno o più brani che si alternavano agli altri già esistenti.
Inoltre esistono diverse tipologie di brani: i Miserere «a coro», dove ad ogni versetto corrisponde una stessa linea melodica che si ripete identica per tutte le strofe, o Miserere «a strofe» se cambia la melodia per ciascuna strofa pur essendo semplice e da eseguirsi coralmente. Infine il Miserere per orchestra.
Nel caso dei Miserere i versetti musicati sono quelli dispari: 1, 3, 5, 7, 9, 11, 13, 15, 17, 19. Dobbiamo inoltre tener presente che il Christus è il Graduale per il Giovedì Santo ma viene anche recitato proprio prima del Misererein occasione delle Lodi e questa dovrebbe essere l’occasione liturgica che si collega alla composizione.
Indipendentemente però da quello che era l’uso iniziale, che è importante ai fini storici, ciò che oggi conta e che la città e, direi, l’intera diocesi, ha di nuovo a disposizione questi preziosi manoscritti e su questi può fondare nuovi e più ambiziosi progetti che, speriamo, possano far conoscere Masciangelo e tutti gli altri compositori frentani ben oltre i confini cittadini.
In questo modo renderemo di nuovo gloria a coloro che portano il merito di averli composti e gioia a chi, come noi, si riconosce in quella musica che, più di ogni parola, ci monda e rinnova.